umidificatore sigari

Umidificatore Sigari – non si può sperare di più!

Viene anche chiamata la fumata lenta, con questa definizione non ci si riferisce solo al concetto di tempo, ma a tutti i sensi che vengono amplificati e che permettono di godere di un piacere più profondo. Quale ruolo gioca l’umidificatore per sigari nella tua passione? E’ ciò che scoprirai assaporando questo articolo che vuole essere una facile e pratica guida per gli amanti dei sigari, del loro sapore, della loro immagine e cultura.

Ti consiglio di leggere attentamente tutti i contenuti, poiché vedrai che riuscirai a riconoscere la qualità e la bellezza che, quando si parla di sigari devono andare di pari passo. La tua passione, i sigari, meritano il massimo, questo è l’assunto dal quale sono partito. A dispetto di altri articoli che si trovano nel web, in questo caso non bado a mezze misure e ti dirò, secondo me qual è il migliore humidor per sigari.

Quindi non aspettarti di parlare di marche conosciute o facili indicazioni che banalmente puoi trovare su Amazon, il mio compito in questo caso è quello di parlare di un risultato sia tecnico, che soprattutto di bellezza, poiché l’umidificatore sigari, è di per sé un oggetto importante come lo è uno scrigno, e merita nella casa o in un ufficio importante, una posizione di rilievo.

Affrontiamo questo argomento dividendo i vari aspetti, sarà per te più comodo leggere e ritornare su paragrafi utili a farti compiere una scelta consapevole. Preparati ad un viaggio da brividi, ti farò scoprire ciò che praticamente è introvabile ed unico.

Come devono essere fatti gli humidor per sigari

L’humidor prima ancora di essere uno strumento adatto a preservare la qualità del sigaro, è un oggetto che possiede una presenza importante, tienilo sempre a mente. Pur essendo sconosciuto ai più, quando lo si espone su una scrivania o in mezzo ad un tavolo, diventa un elemento di focus.

In buona sostanza attira talmente tanto l’attenzione che la curiosità porta ad aprirlo, se non è visibile il suo interno. Ciò succede però solo se il suo design è raffinato ed i suoi materiali sono naturali.

Stiamo parlando di una bella scatola in legno pregiato con una forma evocativa. Per me è questa l’essenza di un umidificatore per sigari. Tratteremo aspetti tecnici, anche rilevanti ma ciò che più conta è possedere un oggetto bello, desiderato e senza tempo.

I vari strumenti sono solo di contorno all’essenza di un humidor per sigari, e si possono sostituire con pochi euro.

L’esterno dell’Humidor

Il primo elemento per scegliere il proprio umidificatore per sigari è il materiale di rivestimento, che non può essere diverso dal legno. Parlo di legno massello, quello pregiato di zebrano, il mogano, il ciliegio, il noce. Da ciò dipende la sensazione di matericità. Un involucro ben esposto sembra quasi di toccarlo semplicemente osservandolo.

Il secondo elemento è sicuramente il design. Una forma piuttosto che un’altra, regala soddisfazione a chi la possiede e lo apprezza. Spesso e volentieri si vedono scatole portasigari informi e poco dettagliate, per poi scoprire al loro interno dei cubani da favola e ben conservati, un assurdo non credi? Chi possiede questi portasigari ha sicuramente un buon oggetto ma non è appagato totalmente, è come se il compito non fosse svolto appieno.

Per capirci meglio, parlo di forme importanti, e personalmente la piramide è quella che mi appaga di più. Il problema nelle forme ricercate è che devono essere lavorate da esperti ebanisti. Solo gli artigiani e non le industrie possono arrivare ad un prodotto pregiato ed esclusivo.

Il design è quindi un modo per capire la qualità dell’involucro, una scatola senza pretese la può fare chiunque, un oggetto di design ha bisogno di competenze sia artistiche che materiali.

La Ferrari degli humidor per sigari ritengo sia questa, clicca qui. Si nota subito che la forma invita a capire cosa viene custodito al suo interno. Il piacere della fumata lenta inizia proprio dal gesto di aprire lo scrigno e servirsi di un sigaro importante.

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Questo particolare humidor per sigari si chiama Africa ed il rivenditore che li propone ha solo dei pezzi contati che ha fatto realizzare per persone molto facoltose. Averle scovate, nel mare di Internet, è stato solo per un semplice colpo di fortuna per cui non finirò mai di ringraziare un caro amico.

Intendiamoci, ci sono marche raffinate che propongono pezzi “esclusivi” disponibili sempre. Ed è proprio qui che casca l’asino. Il confronto non può reggere con pezzi numerati e praticamente non riproducibili.

Ciò non significa che non siano eccellenti prodotti, ma solo che non si tratta del massimo possibile. Anzi a dirla tutta potrebbero essere, le scatole portasigari di marca, persino superiori per alcuni aspetti tecnici, ma ciò che conta è la resa in termini di bellezza, di presentazione, di importanza ed in ultimo di fierezza nel possedere ciò che in pochissimi al mondo si possono permettere.

Fai attenzione al concetto di esclusività poiché in questo caso non va di pari passo con un livello di prezzo esasperato. Questo elemento è stato per me cruciale. Ci sono scatole di umidificatori sigari che costano molto di più, eppure non sono vicini all’importanza della scatola per sigari Africa.

Il produttore ha semplicemente fatto una valutazione di costo reale per realizzarlo in uno stock unico. Ciò significa che ha dovuto valutare una partita unica di legno ed un costruttore ebanista di fiducia.

In pratica questa opera d’arte per amanti del sigaro ha avuto una genesi quanto mai particolare. Il punto di partenza non è stato il profitto, ma il semplice amore per una cosa che dovesse dare pienezza alla storia ed alla cultura del sigaro importante.

Passiamo al suo interno.

L’interno dell’Humidor

Tipicamente il legno migliore è la cosiddetta cedrella, questo legno è il cedro spagnolo, ma può anche essere il cedro rosso americano oppure il mogano dell’Honduras.

La loro funzione deve essere quella di protezione dall’azione di parassiti, di assorbire l’umidità in eccesso, favorendo un microclima ideale e preservato dalla formazione delle muffe, e, cosa importante, deve essere in grado di assicurare la maturazione del sigaro stesso.

Fai attenzione al particolare del rivestimento interno poiché deve essere osservato attentamente per cogliere imperfezioni, tieni infine conto che non troverai un umidificatore sigari uguale all’altro, poiché il legno è vivo. Se il processo di costruzione è stato fatto come si deve, non ci saranno problemi.

Il cedro spagnolo lo si importa dal sud America, è quello migliore per l’equilibrio tra capacità di assorbimento dell’umidità e profumazione (capacità anti microbica).

Cos’è l’Igrometro

Questo strumento serve a capire quale sia il livello di umidità all’interno della scatola portasigari fornita di umidificatore.

Devi sapere che un giusto grado di umidità è tra i 68 e il 74%. La temperatura ideale è 18 gradi. Con queste caratteristiche ogni metro cubo di aria arriva a contenere circa 10 grammi di acqua. Il sigaro ha bisogno di questo livello di umidità per non seccare.

Fumare un sigaro secco significa farlo molto più velocemente e con un sapore più amaro. Se però la conservazione del sigaro è fatta in un ambiente troppo umido, il sapore sarà acido e la combustione non avrà quell’armonia nella sua lenta progressione.

Fai attenzione a questo particolare perché ha a che fare con la qualità della fumata, è quindi essenziale per il tuo umidificatore sigari.

L’Igrometro quindi ci fornisce questi parametri ed è quindi un elemento di una certa importanza. Quello analogico a molla è sicuramente il più utilizzato, con un livello di precisione abbastanza soddisfacente. Ve ne sono altri che cercano di ottenere maggiore precisione: l’igrometro analogico a capello, oppure quello a capello sintetico.

Stiamo parlando di caratteristiche esasperate, solitamente quello a capello sintetico si distingue per affidabilità nel tempo e per il fatto che non occorre averne particolare cura. Il raffinato ed intenditore di questi strumenti si rivolge a quello analogico a capello, mantenendo un contatto con la tradizione più importante. Occorre in questo caso prendersene cura.

Sebbene la strumentazione sia importante, ricordiamoci che deve fornire un range di misurazione, ciò che conta davvero è il tipo di legno e la costruzione. Di fatto l’igrometro non assicura la giusta umidità, la misura soltanto.

Esasperando il concetto, si può ipotizzare di scegliere l’igrometro anche separatamente dalla scatola portasigari.

Spesso e volentieri, le scatole portasigari lo evidenziano al di fuori del contenitore. Un vero intenditore non si bada di questo particolare estetico e preferisce l’integrità dell’involucro ed inserire il misuratore, all’interno della scatola, selezionando con cura quello più adatto per funzioni e soprattutto dimensioni.

Occorre aggiungere un particolare che collega questo argomento con quello successivo, ogni fumatore di sigari predilige un particolare sapore, chi cerca il sapore forte e amaro e chi invece quello più acidulo. Con ciò voglio metterti in guardia dal tipo di scatola porta sigari che andrai a scegliere poiché l’umidificatore è in grado di svolgere questa funzione di variazione del gusto solo se lo si può padroneggiare.

Tipi di umidificatori sigari

Questo argomento lo si può affrontare in molti modi. Ci sono coloro che si preoccupano di ottenere il massimo per cui cercano soluzioni raffinate ed innovative. In questo caso si parla di umidificatori ai polimeri acrilici, che rappresentano l’evoluzione rispetto alle classiche spugne. Nel web ci sono pareri che concordano quasi tutti con l’utilizzo di questi nuovi umidificatori.

A ben vedere però siamo di fronte ad un cambio di usi nella manutenzione del proprio humidor, un po’ troppo spinta forse da chi la ritiene a prescindere la migliore. Nella quotidianità si dispone di spugnette che vanno inizialmente imbevute nel loro prodotto (glicolpropilene), e periodicamente in acqua distillata, quella che si usa per i ferri da stiro e che si acquista al supermercato per intenderci.

Questa consuetudine talvolta è sancita dal termine Credo che appare nella descrizione del prodotto, che corrisponde alla società francese che li produce. In realtà ci sono altre aziende che le producono anche di migliore qualità, per cui non è un punto a favore della loro qualità, forse è vero il contrario.

L’umidificatore a polimero acrilico rappresenta una nuova possibilità che si è diffusa da qualche tempo. Le maggiori marche lo usano e forse per questo motivo si sono diffusi messaggi che li fanno apparire come i migliori in assoluto.

Mancano però delle evidenze in grado di rassicurare l’utente in termini di costanza del livello di umidità e livello di carica batterica.

Una società americana ha poi sviluppato un brevetto che utilizza una soluzione salina contenuta in pratici sacchetti di plastica, sono i sacchetti Boveda. Basta semplicemente inserirli nell’umidificatore sigari.

Al di là di queste modalità, per erogare e mantenere umidità a favore della qualità del sigaro, ne esiste un’altra che taglia le gambe a tutte quelle sino ad ora viste. Si tratta degli umidificatori elettronici. Il loro funzionamento è preciso e pratico poiché si dovrà solo aggiungere acqua ogni due mesi.

E’ un accessorio abbastanza costoso e che normalmente non fa parte dell’humidor proprio per questo motivo.

In buona sostanza a meno che non si voglia passare all’elettronica (valida solo per dimensioni importanti), la spugna tradizionale fa il suo mestiere a patto che venga ogni tanto imbevuta in acqua distillata. Ogni due anni occorrerebbe cambiarle.

Questo metodo permette all’intenditore di prendere le misure sul gusto che preferisce, potendo giocare sulla variazione di umidità a favore o del sapore maturo e amaro, o più giovane e acidulo.

Bada bene questo concetto non è fine a se stesso, ha invece una grande rilevanza con la degustazione del sigaro affiancato ad un buon liquore.

Per questo particolare argomento ti invito a visitare la categoria del sito che approfondisce proprio l’argomento dell’abbinamento sigari e liquori.

Le dimensioni contano

Non bisogna sottovalutare l’aspetto della dimensione delle scatole sigari, poiché il singolo appassionato può voler mantenere una scorta più o meno importante che va da 20 ai 40 sigari. Una quantità superiore indica una necessità che va oltre la fumata settimanale in compagnia e richiede un’attrezzatura differente.

Sono i mobili vetrina, adatti per l’esposizione, formati da diversi ripiani. Vi si possono stoccare centinaia di sigari e sono bifacciali in modo da poter essere facilmente posizionate ed utilizzate.

Per l’uso privato non sono adeguate, meglio optare per scatole portasigari più modeste e belle da vedere.

Parecchi optano per la doppia soluzione, il portasigari humidor, come quello che ti ho segnalato sopra per il luogo principale (lo studio di casa, o l’ufficio), e per un altro ambiente, una scatola più piccola, ma sempre pregiata, con una portata inferiore.

Conclusioni finali

Che sia un puros oppure un toscano, poco conta, dipende dai gusti, l’umidificatore sigari invece conta, poiché ha il potere di mantenere le caratteristiche intatte o addirittura di migliorarle.

Ma l’umidificatore sigari non è solo un involucro tecnicamente idoneo, è anche un elemento di arredo ricercato, come d’altronde lo è la passione per i sigari. Il godimento parte dal momento in cui quel sigaro da meditazione viene rivelato.

Un buon intenditore cura questo aspetto, poiché fa parte dell’esperienza.

Per concludere dobbiamo riflettere sull’unicità del sigaro. Quelli di livello sono fatti da esperti che curano la selezione della materia prima e realizzano ogni volta un singolo capolavoro. Per quale motivo la scatola che li contiene dovrebbe essere diversa?